Di cosa si tratta, quando è obbligatoria, chi può farla e come possiamo aiutarvi a gestirla nel modo migliore trasformandola in un’opportunità

Argomenti in primo piano:

  1. Diagnosi energetica: la definizione
  2. Diagnosi energetica: chi è obbligato a farla e quando
  3. Diagnosi energetica: costi e benefici
  4. Diagnosi energetica: il metodo Geoside

Diagnosi energetica è un termine che le imprese italiane conoscono da almeno un decennio, perché questa procedura, indispensabile per limitare il consumo di energia, è diventata un obbligo sancito dalla legge per alcune tipologie di aziende. Oggi, soprattutto dopo la riforma del 2020, molte realtà energivore hanno saputo trasformarla in opportunità. Il recente shock energetico ha poi dato un forte impulso a proseguire lungo questo percorso, anche in maniera volontaria. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta. 

Diagnosi energetica: la definizione

Partiamo da quanto esplicitato nella normativa, in particolare l'art. 2 del Decreto legislativo 30  maggio 2008,  n. 115 che definisce la diagnosi energetica: “procedura sistematica volta a fornire  un'adeguata  conoscenza  del  profilo  di  consumo energetico di un edificio  o  gruppo  di  edifici,  di  un'attività o impianto industriale o di  servizi  pubblici  o privati, a individuare e quantificare le  opportunità  di risparmio energetico  sotto  il  profilo  costi-benefici  e a riferire in merito ai risultati”. Da questa definizione possiamo già ricavare un’indicazione fondamentale sui diversi step della diagnosi energetica:

  • prima fase di monitoraggio e di analisi,
  • fase centrale di strategia per la riduzione dei carichi
  • ultima fase di comunicazione ufficiale dei risultati della diagnosi all’Enea.

A queste tre fasi principali, normate attraverso il D.lgs 102/2014, si è aggiunto - con le novità introdotte dal D.lgs 73/2020 - l’obbligo per le aziende energivore di apportare almeno una delle possibili migliorie individuate nel corso dell’audit.  

Diagnosi energetica: chi è obbligato a farla e quando

Sempre secondo il D.lgs 102/2014, i soggetti tenuti a presentare una diagnosi energetica sono le grandi imprese (ovvero con oltre 250 dipendenti e un fatturato superiore a 50 milioni di euro) e le aziende energivore (con un consumo superiore a 1 GWh e per questo iscritte all’interno dell’elenco annuale della Cassa per i servizi energetici e ambientali CSEA). La norma stabilisce che tutte queste imprese siano tenute a presentare una diagnosi ogni 4 anni. Non solo: le aziende energivore sono anche tenute a realizzare nello stesso arco temporale uno degli interventi proposti. In alternativa possono aderire alla normativa ISO 50001:2018, uno dei principali sistemi di gestione dell’energia. I soggetti autorizzati a effettuare la diagnosi sono anch’essi individuati per legge: le Energy Service Company (ESCo) o l’Esperto in Gestione dell’energia certificato (EGE) che può essere sia civile sia più specificatamente industriale.

Diagnosi energetica: costi e benefici

Il costo della diagnosi energetica varia molto in base alla tipologia di interventi richiesti e al modello di azienda da analizzare: non esiste una tariffa fissa. Al contrario, possiamo più facilmente definire i costi di una mancata diagnosi energetica. Esistono infatti i costi fissi derivanti dalla multa che comporta il mancato adempimento dell’obbligo. La sanzione amministrativa in questo caso è compresa tra i 4.000 e i 40.000 euro a cui si aggiungerà il costo della diagnosi che deve comunque essere effettuata. Inoltre, se la diagnosi energetica non è conforme, la sanzione va dai 2.000 ai 20.000 euro. Esistono però benefici che derivano dalla diagnosi e che possono avere anche un ritorno economico immediato. Infatti, le strategie proposte possono portare a un risparmio variabile dal 5 al 30% dei consumi energetici, senza dover effettuare interventi troppo invasivi. Inoltre, più cresce il costo dell’energia, più questo miglioramento sarà impattante sui conti dell’azienda. Un fattore molto importante da tenere in considerazione anche se non si rientra tra i soggetti tenuti per legge ad effettuarla: una diagnosi energetica su base volontaria può diventare una risorsa per l’azienda proprio per il risparmio che comporta a breve e medio termine.

Diagnosi energetica: il metodo Geoside

Geoside, in quanto ESCo del Gruppo Italgas, è un soggetto autorizzato a compiere la diagnosi energetica. Per offrire benefici sempre crescenti, ha elaborato un apposito programma atto non solo ad adempiere agli oneri di legge, ma anche a portare un miglioramento pressoché immediato sul bilancio energetico di un’azienda. Il procedimento si basa essenzialmente sull’utilizzo di Savemixer, il sistema integrato di energy intelligence messo a punto da Geoside che attraverso l’utilizzo di un apposito software analizza i dati energetici di un’azienda stabilendo la energy baseline, cioè i valori di consumo di riferimento. Attraverso l’integrazione con i sistemi di monitoraggio energetico e i dati relativi a tutti i flussi di lavoro aziendali, questi vengono adattati alla realtà in oggetto creando un modello su misura. Sulla base di questo è possibile proporre gli interventi necessari che potranno essere realizzati direttamente da Geoside.

L’investimento può essere effettuato sotto forma di acquisto diretto da parte dell’azienda o in modalità ESCo attraverso un contratto EPC (Energy Performance Contract) con Geoside. Non solo: Savemixer permette anche di monitorare la riduzione dei consumi e le aree di criticità, mettendo a punto un Sistema di gestione dell’energia basato sulle linee guida espresse nella norma ISO 50001, richiamata anche dalla legge sulla diagnosi energetica. Un Sistema di gestione che, oltre a permettere il rispetto della norma, può rappresentare anche un’importante occasione per l’immagine e per la comunicazione aziendale. 

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