Continuano nel 2023 le agevolazioni fiscali per promuovere l’innovazione tecnologica anche nell’ottica dell’efficienza energetica. Rientrano anche i software
Tecnologie avanzate nell’ambito dell’IoT, della digitalizzazione dell’energia e della sostenibilità, ma anche software e programmi di gestione e formazione del personale. Il piano Industria 4.0 varato nel 2016 e oggi diventato Transizione 4.0 ha come obiettivo la modernizzazione del settore industriale e della piccola e media impresa attraverso misure che intervengono in settori differenti. Vediamolo nel dettaglio.
Cos’è il piano Transizione 4.0
Il Piano Industria 4.0 nasce da una scelta strategica del governo italiano per promuovere l'innovazione e la digitalizzazione dell'industria nazionale, con l'obiettivo di aumentare la diffusione dell'IoT, della robotica, della stampa 3D e delle applicazioni di intelligenza artificiale.
Il Piano prevede una serie di incentivi fiscali e finanziari per le aziende che investono in tecnologie innovative a fronte dell’acquisto di macchinari e attrezzature in grado di migliorare la produttività e la competitività includendo anche beni immateriali come i software. A questo si aggiungono il sostegno al settore Ricerca & Sviluppo, Innovazione, Design e Green e alla formazione del personale.
Il Piano, dopo aver ricevuto fin dal debutto un ampio sostegno sia dalle imprese che dalle associazioni industriali, è stato riproposto anche negli anni a seguire, con modifiche però sostanziali. Le ultime fanno riferimento alla Legge di Bilancio (comma 44 dell’articolo 1, legge 234/2021), come integrata dal Decreto Aiuti (DL 50/2022) e dal Milleproroghe. Attualmente il Piano Industria 4.0 è infatti stato assorbito nel Piano Transizione 4.0 che punta maggiormente verso tecnologie legate alla sostenibilità, innovazione e formazione.
Le misure
Si tratta di un credito d’imposta, quindi di una riduzione delle imposte dovute in base agli investimenti effettuati nei beni tecnologicamente avanzati, materiali e immateriali, nel settore Ricerca & Sviluppo e nella formazione. La percentuale della riduzione, calcolata sulla base di costi e spesi ammissibili, varia in relazione al settore e al periodo in cui è stato effettuato l’investimento.
Attualmente le aree previste sono:
- beni strumentali materiali 4.0 (macchine di produzione controllate da sistemi informatici, macchine e sistemi per il controllo di prodotti o processi, e sistemi interattivi); beni strumentali immateriali 4.0 (3D, sistemi di comunicazione intrafabbrica, intelligenza artificiale e software di apprendimento automatico; sistemi, piattaforme e applicazioni); beni immateriali di investimento standard (software relativo alla gestione aziendale);
- attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica;
- attività di formazione per acquisire o consolidare la conoscenza di tecnologie rilevanti (l'analisi dei big data e dei dati, l'interfaccia uomo-macchina, l'internet delle cose, l'integrazione digitale dei processi aziendali, la sicurezza informatica).
Chi può ottenere i benefici e come
Con il passaggio dal piano Industria 4.0 a Transizione 4.0 si è molto allargata la platea dei beneficiari, che include ora tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, comprese le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali. Anche le imprese agricole e i professionisti sono inclusi tra i possibili beneficiari. La condizione primaria è che si tratti di imprese sane che rispettano le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e siano in regola con gli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.
Per presentare la richiesta le procedure sono diverse: in base all’entità dell’investimento può essere sufficiente una dichiarazione del legale rappresentante dell’azienda oppure un corredo documentale più ampio (come ad esempio una perizia tecnica asseverata o un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato nel caso dei beni strumentali).