Il settore agroalimentare è strategico per l’Italia sia come apporto rispetto al Pil sia per le possibilità di efficientemente energetico e riduzione delle emissioni

  1. L’efficienza energetica nell’industria alimentare: il quadro

Il settore agroalimentare in Italia e in Europa rappresenta un campo vastissimo tanto per il numero di imprese direttamente coinvolte quanto per l’indotto generato. Facendo riferimento esclusivamente alla produzione agroalimentare, il valore nel 2022 (dati Istat) è stato pari al 2,2% del Pil a cui si somma l’1,6% dell’industria alimentare. Un settore che a livello europeo si pone al primo posto nell’ambito manufatturiero, essendo composto per il 90% da piccole e medie imprese, spesso a carattere familiare. Questo implica due aspetti fondamentali: la sua diffusione capillare sul territorio, in ogni luogo abitato, dalla metropoli fino alla cima delle montagne, anche in contesti molto differenti mentre, dal punto di vista economico, la frammentazione si riflette in risorse limitate a disposizione delle singole imprese. Ecco perché un intervento in questi settori difficilmente comporterà stravolgimenti a breve termine, quanto piuttosto un incremento graduale, ma costante. 
L’Italia dal punto di vista dei consumi è sicuramente un’eccellenza: secondo i dati Enea, i settori agricolo e agroindustriale insieme pesano per il 13% del totale contro una media Ue del 26%. In questo conto però è incluso tutto: dal carburante usato per la trazione dei trattori fino all’energia elettrica impiegata nei processi di trasformazione. Un panorama così ampio presuppone interventi che spaziano, per l’appunto, dal campo alla tavola. 
Per quanto riguarda il comparto agricolo - dove i consumi maggiori si attribuiscono proprio ai mezzi agricoli, ai trasporti e alle serre - i miglioramenti sono arrivati soprattutto dalla possibilità di autoprodursi energia con l’installazione di impianti fotovoltaici e la produzione di biogas. Diverso invece il caso dell’industria e della manifattura alimentare che offrono importanti spazi per l’efficientamento energetico anche attraverso la digitalizzazione.

L’efficienza energetica nell’industria alimentare: il quadro

Secondo il Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica dell’Enea 2023, il settore dell’industria alimentare ha registrato un calo dei consumi attestandosi al 10,3% dell’intero settore industriale. Il settore alimentare ha realizzato dal 1995 al 2021 una riduzione del 27,1% dell’intensità energetica realizzando i cali maggiori nell’ultimo anno analizzato cioè il 2021. Un percorso di ottimizzazione ben avviato ma che può essere ulteriormente affinato, soprattutto nell’ambito della produzione. L’indicazione viene da un’approfondita analisi dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano che nel 2020 ha messo sotto la lente d’ingrandimento il fabbisogno del settore. Il 56% del totale, in linea con la media dell’industria, è indirizzato ai processi produttivi mentre il 44% è associato ai servizi ausiliari come l’impiego di tecnologie quali la cogenerazione, motori elettrici ed inverter, refrigerazione e molti altri, mentre una piccola parte è allocata ai servizi generali (illuminazione e sistemi HVAC). Nonostante quindi il consumo sia soprattutto legato alla produzione industriale vera e propria, solo l’11% degli investimenti - secondo i dati dello studio - è destinato al processo produttivo. Il motivo principale si collega a quanto detto sulla dimensione media delle imprese che proprio per i budget limitati hanno spesso carenza di personale specializzato in questi ambiti e, contemporaneamente, sono state per lungo tempo restie nel far intervenire soggetti terzi all’interno del processo industriale. Lo dimostra anche il fatto che l’industria alimentare sia tra i settori meno digitalizzati con una scarsa presenza di sistemi di gestione informatica come l’ERP (Enterprise Resource Planning). Occorre quindi partire proprio da qui per migliorare l’efficienza energetica del settore attraverso l’impiego di soluzioni che possano adattarsi a realtà diverse tra loro e spesso di medio piccole dimensioni e che grazie all’implementazione di soluzioni digitali possono influire sull’efficienza senza investimenti sulle infrastrutture (almeno in un primo momento). 
Da questo punto di vista una realtà come Geoside può intervenire per migliorare l’efficienza produttiva in contesti anche molto diversi, con un servizio di consulenza che va dagli audit energetici all’implementazione di un sistema di digital energy management, fino a servizi di progettazione e fornitura di soluzioni impiantistiche.

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