Qui di seguito proponiamo una breve discussione sull’iniziativa della Green Recovery Alliance di puntare ad un’economia climate neutral a seguito dell’emergenza coronavirus
Si moltiplicano gli appelli per un vero e proprio reboot dell’economia europea, orientato verso le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, la tutela ambientale e la riduzione dell’inquinamento.
“Il coronavirus sta scuotendo tutto il mondo con conseguenze devastanti in tutta Europa. Siamo tutti sottoposti ad un test che sta mettendo alla prova i limiti del nostro sistema. Dopo questa crisi arriverà il momento di ricostruire e sarà una grande opportunità per ripensare alla nostra società e sviluppare modelli che dovranno rispondere a nuovi bisogni e nuove priorità.”
Queste sono le parole con cui è stata introdotta l’iniziativa della Green Recovery Alliance di rilanciare un’economia climate neutral.
L’iniziativa ha raccolto più di 150 firme tra esponenti politici, amministratori delegati di grandi aziende, associazioni industriali, organizzazioni no-profit e così via.
Secondo i firmatari del progetto, i piani di rilancio economico per uscire dall’emergenza coronavirus devono puntare a risolvere anche l’emergenza climatica accelerando la transizione verso un’economia climate neutral, cioè neutrale in termini di emissioni inquinanti, come previsto dalla strategia Ue per il 2050 e dal Green Deal lanciato a inizio anno dalla Commissione europea.
“I grandi investimenti dovranno guidare un nuovo modello economico europeo: più protettivo e più inclusivo. Tutti questi requisiti sono alla base di un’economia costruita intorno a principi green. Infatti, la transizione verso un’economia climate neutral, la protezione della biodiversità o la trasformazione del sistema agrifood hanno la grande potenzialità di creare nuovi posti di lavoro e di migliorare la qualità della vita dei cittadini europei e di tutto il mondo.”
L’obiettivo però non è quello di creare una nuova economia partendo da zero, perché la maggior parte degli strumenti e delle tecnologie è già disponibile. Come ad esempio, le fonti rinnovabili, la mobilità sostenibile (grazie ai veicoli a metano o elettrici), l’edilizia sostenibile.
“Siamo già in possesso di tutti gli strumenti necessari. Negli ultimi 10 anni sono tantissimi i progressi che sono stati fatti in modo trasversale in molti settori, sviluppando nuove tecnologie e catene di valore. Basti pensare che 10 anni fa i veicoli a zero emissioni erano solo un prototipo. 10 anni fa non si valutava neanche la riqualificazione energetica degli immobili come attività con un alto potenziale di profitto.”
DA DOVE PARTIRE? "LA MAGGIOR PARTE DEGLI STRUMENTI E DELLE TECNOLOGIE È GIÀ DISPONIBILE"
Dunque, non è necessario strutturare un nuovo piano economico, in quanto gli strumenti e le tecnologie sono già presenti da anni. Come descrive la Commissione Europa nella strategia smart sector integration prevista per giugno 2020, si potrebbe creare un sistema energetico integrato basato sulle potenzialità di fonti sostenibili come, ad esempio, l’elettricità rinnovabile, il biometano e l’idrogeno.
L’idrogeno, prodotto con tecnologia Power-to-Gas alimentata da eccedenza di energia elettrica da fonti rinnovabili, potrà svolgere un ruolo di prim’ordine in questa strategia. Questo vettore infatti può essere immesso nella rete di distribuzione del gas naturale tal quale (fino ad un 20%) o tramite conversione in metano sintetico, oppure essere stoccato per far fronte ai picchi di produzione elettrica rinnovabile.
Il biometano, prodotto ad esempio da scarti agricoli, può essere utilizzato come carburante per autotrazione, ma non solo. Se utilizzato nelle infrastrutture già esistenti, infatti, può giocare un ruolo chiave nell’abbattimento delle emissioni in Europa.
In conclusione, non solo a livello industriale, ma anche nella dimensione residenziale si può intraprendere un percorso di efficienza energetica e sostenibilità.
Grazie ad incentivi statali come Ecobonus e Sismabonus è possibile riqualificare la propria casa con tecnologie efficaci ad un costo sostenibile o addirittura nullo. Così facendo, diminuiranno non solo i consumi energetici, ma anche i costi derivanti dall’uso domestico di fonti come gas ed elettricità. Inoltre, sottoposto ad una riqualificazione energetica, ogni immobile acquisterebbe un valore patrimoniale più alto in termini economici.
Ultimo, ma non meno importante, grazie ad interventi di questo tipo, le emissioni inquinanti, come CO2 e polveri sottili, si ridurrebbero drasticamente.