Quanti sono i veicoli circolanti, qual è la reale estensione della rete di ricarica elettrica e cosa possiamo aspettarci nel prossimo futuro.

Argomenti in primo piano:

  1. La mobilità elettrica in Italia: le immatricolazioni
  2. Mobilità elettrica in Italia: la rete di ricarica
  3. Le prospettive di sviluppo della rete di ricarica 
  4. Mobilità elettrica in Italia: le flotte aziendali

L’Italia si sta avviando all’elettrificazione dei trasporti, ma senza spingere sull’acceleratore. Potremmo riassumere così il quadro della mobilità elettrica in Italia a inizio 2023, con un’avvertenza: le cose stanno per cambiare e potrebbero farlo in maniera molto repentina. Ecco come.

La mobilità elettrica in Italia: le immatricolazioni

Dato che siamo a gennaio, i dati a disposizione sono ancora pochi. Tuttavia, rifacendosi a quanto pubblicato da UNRAE, l’anno appena trascorso ha visto ancora una volta il successo delle ibride, arrivate a coprire il 34,1% del mercato e guadagnando così oltre 5 punti di quota rispetto all’anno precedente con un 9,1% per le “full” hybrid e 25,0% per le “mild” hybrid. Più difficile la situazione delle elettriche pure al 3,7% (-0,9 rispetto al 2021) e delle plug-in (PHEV) che, invece, con il 5,1% fanno segnare un +0,4% rispetto ai dodici mesi precedenti.

Come si può evincere dai numeri, la quota di veicoli elettrici sul totale del parco auto italiano rimane ancora bassa, al di sotto dell’1% del totale per quanto riguarda le auto totalmente elettriche. Una tendenza destinata a cambiare radicalmente considerando che, a partire dal 2035, non sarà più possibile in Europa vendere auto con motori termici. Una data puramente indicativa perché, in realtà, molti costruttori hanno già annunciato di voler anticipare questa scadenza per quanto riguarda la propria offerta. L’Italia inoltre sta cercando di rispondere al numero ancora basso di immatricolazioni, attraverso una serie di incentivi fiscali e una maggiore disponibilità dei punti di ricarica. 

                                      

Mobilità elettrica in Italia: la rete di ricarica

Alla fine di settembre 2022, secondo l’ultima rilevazione di Motus-E, associazione della filiera della mobilità elettrica, in Italia si contavano 32.776 punti di ricarica, pari a 16.700 infrastrutture (ogni colonnina ha almeno due prese). Un numero di punti destinato, però, a raddoppiare in breve tempo: entro i prossimi tre anni infatti sono previste almeno 21 mila stazioni di ricarica per i veicoli elettrici sulle superstrade e nei centri urbani che potranno godere di appositi incentivi.  

Due diversi decreti del MASE (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica), infatti, hanno disciplinato le modalità di accesso mediante gare ai fondi, 713 milioni di euro, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Missione 2, Componente 2, Investimento 4.3) per installare entro fine 2025 almeno 7.500 infrastrutture di ricarica super-rapida sulle strade extraurbane, escluse le autostrade, e 13.755 infrastrutture di ricarica veloci nelle città. In particolare, nel primo anno è prevista l’aggiudicazione dei contratti  per la realizzazione di 2.500 postazioni di ricarica sulle superstrade, e di 4.000 colonnine nelle aree urbane italiane. A queste vanno però aggiunte le stazioni di ricarica private che rappresentano un numero molto più difficile da determinare. Secondo i dati raccolti nello Smart Mobility Report 2021 dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano, la quota dei punti di ricarica privati a fine 2020 era stimata intorno alle 25mila unità. Un numero destinato però a lievitare velocemente considerando che la stazione di ricarica è stata inclusa nel Superbonus e che, tuttora, sono diversi i bonus che possono incentivarne l’installazione.

Le prospettive di sviluppo della rete di ricarica 

Il Politecnico di Milano proprio dal punto di vista delle prospettive di sviluppo della rete di ricarica in Italia ha tracciato un triplice scenario per la fine del decennio.

  • Business-as-usual (BAU), il più cauto, per cui senza particolari politiche di sostegno saranno non più di 4 milioni di veicoli elettrici circolanti e circa 57mila punti di ricarica pubblici e 2,2 milioni privati. Uno scenario che, però, pare già superato dagli obiettivi del Pnrr e dallo stop ai motori termici nel 2035:
  • Policy-driven (POD) è quello più probabile che prevede di raggiungere gli obiettivi fissati dal PNIEC con 6milioni di autovetture elettriche circolanti, 67mila stazioni di ricarica pubbliche e 3milioni e 200mila private;
  • Decarbonization (DEC) è il più ottimistico: per avverarsi necessita di importanti investimenti pubblici e prevede circa 8milioni di veicoli elettrici a fronte di 83.000 stazioni di ricarica pubbliche e circa 4milioni di private.

Mobilità elettrica in Italia: le flotte aziendali

L’investimento nelle flotte aziendali avrà un ruolo di primo piano in questo processo. Uno dei principali vantaggi delle flotte di auto aziendali elettriche è il risparmio sui costi di carburante e manutenzione. I veicoli elettrici hanno mediamente costi di esercizio più bassi rispetto ai veicoli a benzina o diesel, poiché non richiedono carburante e hanno meno componenti meccanici che richiedono manutenzione. Inoltre, le flotte di auto aziendali elettriche possono aiutare le aziende a migliorare la loro immagine e a dimostrare la loro attenzione per l'ambiente.

Scegliere veicoli elettrici per le proprie flotte aziendali può essere visto come un impegno per la sostenibilità e per la riduzione delle emissioni di CO2, entrando a pieno titolo nei bilanci di sostenibilità aziendale e nella reportistica legata alle politiche green. Le auto elettriche in Italia nel settore corporate stanno crescendo: nel 2020 le EV e ibride plug-in adottate dalle aziende erano state 23.300, nel 2021 50.500. Secondo il report EY, il contributo più grande alla decarbonizzazione del trasporto su strada può arrivare proprio dalle flotte aziendali: con 63 milioni di veicoli in Europa, le flotte rappresentano il 20% del parco veicoli totale, che percorre oltre il 40% dei chilometri totali dei veicoli e contribuisce per il 50% alle emissioni del trasporto su strada.

                                       

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