Chi è, cosa fa e perché è diventata una figura di riferimento: tutto sul professionista chiamato a rendere sostenibile la mobilità aziendale

Argomenti in primo piano:

  1. Mobility manager: chi è
  2. Il PSCL Piano degli Spostamenti Casa Lavoro: di cosa si tratta
  3. Mobility manager: la formazione

L'applicazione dello smart working nei mesi scorsi ha permesso di testare su un campione molto ampio l'impatto del pendolarismo sulle emissioni. I dati sono, da un certo punto di vista, sorprendenti: lo studio Homeworking di Carbon Trust del 2021, ad esempio, ha calcolato per ogni persona che lavora in modalità agile in Italia un risparmio equivalente a oltre una tonnellata (1.055 kg) di Co2, pari a più di sette voli passeggeri da Berlino a Londra.

Si tratta di una stima complessa, frutto di più fattori, ma tra questi lo spostamento casa – lavoro ha un ruolo cruciale soprattutto in un Paese come l'Italia che offre diverse problematiche nell'ambito del trasporto pubblico. Lavorare sull'efficientamento di questo settore, cominciando dal lavoratore, è diventato una priorità anche per la possibilità di portare risultati importanti senza necessitare di grandi investimenti. Per conciliare le esigenze produttive delle aziende e l’efficientamento del pendolarismo, è stata creata un'apposita figura professionale, il mobility manager che si occupa proprio dell'ottimizzazione di tutta la mobilità aziendale in un'ottica di sostenibilità. Vediamo meglio di che cosa si tratta.

Mobility manager: chi è

Il D.M. n. 179 del 12/05/2021 definisce il Mobility manager come la figura specializzata nel governo della domanda di mobilità e nella promozione della mobilità sostenibile nell’ambito
degli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente
, ai fini di una maggiore sostenibilità ambientale, considerando gli impatti ambientali negativi correlati all’utilizzo delle autovetture private. Una definizione complessa che traccia il profilo professionale e i compiti che gli sono assegnati. Anzitutto c'è l'istituzionalizzazione di una figura nata già alla fine degli anni Novanta, ma solo recentemente introdotta su larga scala. L'obbligo di dotarsi di un Mobility manager infatti, con la Legge 77/2020, riguarda tutte le aziende e gli Enti pubblici con oltre 100 dipendenti (prima erano 300) collocate in un'area metropolitana con oltre cinquantamila abitanti. L'obiettivo è duplice: evitare gli assembramenti sui mezzi di trasporto e la congestione del traffico con il conseguente inquinamento.

Per ottemperare a questo compito in modo efficace, il Mobility manager deve redarre annualmente un Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro da consegnare al Mobility manager di riferimento del Comune che si occuperà della valutazione delle misure previste, dell’armonizzazione delle diverse iniziative e della formulazione di proposte di finanziamento in relazione alle risorse disponibili. Un compito complesso per ognuna delle figure coinvolte che necessita, quindi, di professionisti adeguatamente formati in modo da redigere un piano secondo le linee guida fissate dal D.M. n. 179 del 12/05/2021, emesso proprio per dare seguito a questa normativa. 

Il PSCL Piano degli Spostamenti Casa Lavoro: di cosa si tratta

Può essere suddiviso in due parti principali: quella relativa alla valutazione e all'analisi delle esigenze di ogni singola azienda allo stato attuale e quella contenente le misure previste per migliorare la mobilità aziendale agendo sul percorso casa – lavoro di buona parte dei dipendenti. Per redigerlo è necessario ascoltare tutte le parti in causa: l'azienda è chiamata a fare una proposta anche economica per supportare il piano e i dipendenti per verificare i loro attuali sistemi di trasporto e le esigenze connesse.

Il Mobility manager è chiamato a valutare diversi aspetti che avranno una ricaduta sugli orari e i ritmi di lavoro, ma anche sulla vita e sul benessere dei dipendenti e, non ultimo, sulla collettività in termini di emissioni di CO2 e di organizzazione del trasporto pubblico. Il PSCL deve poi essere consegnato al Mobility manager pubblico, competente per area, entro il 31 dicembre. A questo punto per il Mobility manager aziendale comincia un altro lavoro, egualmente importante, che riguarda da un lato la formazione dei dipendenti sulla mobilità sostenibile e il monitoraggio sull'attuazione delle proposte, dall'altra un'azione di collegamento con gli altri Mobility manager e il responsabile d'area per migliorare le opportunità di spostamento e individuare le criticità a livello cittadino. 

Mobility manager: la formazione

L'azienda può rivolgersi a professionisti esterni o formare al suo interno figure professionali in grado di redigere un PSCL. In ogni caso sono necessarie competenze specifiche che si possono acquisire attraverso corsi di formazione organizzati da soggetti competenti. Geoside, nell'ambito della propria Academy, ha individuato un percorso formativo di otto ore dedicato a Mobility Manager aziendale e PSCL con un programma didattico in cui sono affrontati gli aspetti legislativi del Mobility management e le linee guida ministeriali per la redazione e l'implementazione dei Piani degli Spostamenti Casa-Lavoro. Quindi tutti gli strumenti per analizzare gli spostamenti casa – lavoro dei dipendenti e individuare forme di trasporto orientate alla mobilità sostenibile, poi elementi di project management delle strategie HR per la mobilità e strumenti per la sensibilizzazione dei lavoratori. Un percorso completo per introdurre una figura professionale ad oggi già prevista, ma sempre più necessaria in ottica futura quando mobilità elettrica e mobilità sostenibile saranno uno degli elementi fondamentali per raggiungere gli obiettivi posti dagli Accordi di Parigi. 

A questo link è possibile consultare il calendario con le prossime edizioni del corso nell'ambito della proposta formativa complessiva offerta dalla Geoside Academy.

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