La cottura incide sulla bilancia energetica e non solo su quella del dietologo. Microonde, induzione, forno: cosa è meglio scegliere per il contatore?

Argomenti in primo piano:

  1. Cottura al forno
  2. Cottura a pressione
  3. Cottura a microonde
  4. Cottura a induzione
  5. Cottura ai fornelli

I nostri consigli per il risparmio energetico in casa non possono che partire dall’ambiente più vissuto e solitamente anche più energivoro: la cucina. Il modo di cucinare e gli strumenti utilizzati possono fare la differenza, non soltanto in tavola, ma anche dal punto di vista dei consumi. Il risparmio energetico in casa spesso si cela tra i dettagli e la scelta tra forno, fornelli a gas e induzione diventerà determinante. Vediamoli uno ad uno.

Cottura al forno

Chi non ama le patatine al forno con la crosticina croccante? L’amore, però, è destinato a finire pensando ai consumi del grill se utilizzato per lungo tempo. Infatti, la serpentina incandescente che permette di dorare e gratinare può consumare anche 1200 W. Insomma, conviene usarla meno e meglio: per rendere croccanti le patatine sono sufficienti una manciata di minuti a fine cottura. Allo stesso modo, è utile abbandonare altre pratiche dannose per i conti energetici (e per la resa finale del piatto) come l’apertura ossessiva del forno a intervalli regolari per saggiare la cottura: non serve a nulla, fa fuoriuscire il calore aumentando così i consumi e rischia di sgonfiare il soufflé. Insomma, tre buoni motivi per fidarci del timer. 

Cottura a pressione

È sicuramente la Greta Thunberg delle cotture perché permette di dimezzare i tempi e, di conseguenza, i consumi energetici. Se il vantaggio è risicato per cotture veloci, pensate invece a quanto potremmo risparmiare su un minestrone.  

Cottura a microonde

Certo, non si può applicare a tutti i cibi e la resa gastronomica potrebbe non rispettare le nostre aspettative. Il microonde, però, offre innegabili vantaggi a partire dai tempi di cottura che sono più che dimezzati. Inoltre, scalda immediatamente mentre il forno ha bisogno di una fase di riscaldamento che rappresenta di per sé uno spreco di energia. Risulta quindi perfetto in alcune operazioni come lo scongelamento rapido dei cibi e il riscaldamento delle vivande già cotte. 

Cottura a induzione

Il discorso, in questo caso, diventa complesso e molto dipende dall’intero profilo energetico di casa. Questa cottura, infatti, si basa sull’utilizzo di un campo magnetico che viene a crearsi sotto le piastre in vetroceramica. Questo fa sì che il calore arrivi direttamente alle pentole evitando la dispersione termica. Per dare un’idea: il rendimento in questo caso si aggira intorno al 90% rispetto al 50% del fornello tradizionale. Un dato che si traduce anche in una cottura molto più veloce. C’è però un problema: funzionando a elettricità, quando ci sono più piastre impegnate, salgono i consumi di picco e questo potrebbe avere una ricaduta negativa sul consumo di elettricità. Un problema che non ha chi si autoproduce l’energia elettrica, ad esempio, con un impianto fotovoltaico dotato di accumulatore: in questo caso la cucina a induzione è quella più economica. I costi della cottura, infatti, saranno uguali a zero (o quasi). 

Cottura ai fornelli

Anche quando parliamo di gas, non sprecare è la parola chiave. Nessuno dice di rinunciare alla reazione di Maillard che rende tanto invitante la bistecca, piuttosto è necessario utilizzare alcune accortezze. Anzitutto, occhio alla scelta di pentole e padelle: meglio privilegiare materiali ad alta conducibilità termica che permettono al calore di diffondersi più in fretta e su tutta la superficie. Tutti abbiamo in casa una pentola in alluminio, magari antiaderente: da un punto di vista energetico il suo utilizzo è sicuramente consigliato. Top della gamma le pentole in rame proprio per la capacità di condurre il calore: peccato solo i costi impegnativi. Se abbiamo invece bisogno di fare una cottura lunga, meglio affidarsi a stoviglie in grado di mantenere a lungo il calore senza disperderlo: le più indicate sono certamente la pietra ollare e la ghisa

A questo punto proviamo a risolvere una curiosità che rappresenta il dubbio amletico di molti gastronomi risparmiatori: meglio una cottura lunga a bassa temperatura o più breve a fiamma alta? La risposta corretta sarà: dipende dal tipo di strumento utilizzato.  Una cottura di diverse ore, per quanto a fiamma bassa, sarebbe estremamente dispendiosa. Infatti, il principio della cottura a bassa temperatura è quello di impiegare l’acqua come conduttore di calore con conseguente dispersione. Se, però, per la nostra lunga cottura utilizziamo il roner, uno strumento nato per le cucine dei ristoranti ma oggi molto diffuso anche in quelle private, il discorso cambia notevolmente. Infatti, si tratta di un circolatore d’acqua in bagno termostatino che consente di mantenere la temperatura dell’acqua costante evitando gli sprechi. I suoi consumi sono quindi abbastanza ridotti, pur funzionando a elettricità. Se poi siamo noi ad autoprodurci l’elettricità, ci permetterà di raggiungere la massima efficienza energetica portando in tavola un piatto da cucina stellata. 

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