Sono sempre di più i dispositivi che consentono un controllo remoto dell'abitazione all'insegna della sicurezza e del risparmio energetico. Quanti sono i significati di casa intelligente? Scopriamoli qui, partendo dall'energia

Argomenti in primo piano:

  1. Cosa significa smart home
  2. La storia in breve
  3. Smart home e risparmio energetico
  4. Smart metering e digital energy 

Quasi un italiano su due (il 46%) possiede un oggetto “intelligente”, dagli elettrodomestici agli smart speaker fino ai contatori di ultima generazione. Un dato in costante crescita, anche se ancora lontano dagli standard europei, secondo l'ultima ricerca sulla smart home (febbraio 2022) dell'Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano. Case, quindi, sempre più smart, ma anche più efficienti dal punto di vista energetico. Uno dei compiti della smart home, infatti, è proprio questo: aiutarci a risparmiare energia senza incidere sul nostro benessere, anzi migliorandolo. Vediamo come. 

Cosa significa smart home

Secondo la definizione del Politecnico di Milano, la smart home è una delle principali applicazioni dell'Internet of things e “racchiude una serie di soluzioni per la gestione in automatico e/o da remoto degli impianti e degli oggetti connessi dell’abitazione, con l’obiettivo di ridurre i consumi energetici e migliorare il comfort, la sicurezza dell’abitazione e delle persone al suo interno”. In queste poche righe sono racchiuse le caratteristiche principali della smartness relativa all'abitazione: anzitutto la possibilità di gestire una serie di dispositivi in automatico e soprattutto da remoto, cioè attraverso le rete. Si tratta, in questo senso, di un'evoluzione della domotica che invece prevede l'automazione di alcune funzioni attraverso un impianto interno alla casa. Ci sono, poi, le tre funzioni principali e cioè: miglioramento del comfort, sicurezza e, al primo posto, la riduzione dei consumi energetici. Insomma, non si tratta tanto di avere un assistente virtuale pronto a darci informazioni sul meteo (il cosiddetto smart speaker protagonista delle pubblicità), quanto di un efficace servizio di smart metering capace di avvertirci in tempo reale di un anomalo consumo di energia. 

La storia in breve

I primi passi della smart home si possono far risalire a oltre mezzo secolo fa e, più precisamente, al 1966 quando un ingegnere americano, Jim Sutherland, installò nella sua abitazione Echo IV, un calcolatore elettronico, capace di accendere e spegnere la televisione e le luci ad orari programmati. Si tratta di un'evoluzione della “casa elettrica”, comparsa prima della Guerra mondiale, che nei sogni del suo inventore doveva rappresentare un sistema capace, con il progresso tecnologico, di sgravare dalle faccende domestiche i genitori per permettere loro di passare più tempo con i figli. Un progetto ambizioso, troppo per i tempi, ma capace di indirizzare la smart home verso un ideale ben preciso. Dopo Sutherland, una casa per dirsi davvero intelligente dovrà essere capace non solo di fornire un aiuto domestico, ma anche di controllare gli interni da remoto per prevenire eventuali intrusioni e lanciare l'allarme in caso di malore degli abitanti. O ancora – ed è questa una delle funzioni più importanti – monitorare i consumi e agire per ottimizzarli.  

Smart home e risparmio energetico

I contatori intelligenti sono stati via via introdotti a partire dal 2012: la nostra casa potrebbe perciò già essere dotata di strumenti che sfruttano lo IoT quasi senza rendercene conto. Una serie di delibere emanate da ARERA  (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) hanno obbligato le utility ad installare nell'ultimo decennio almeno 11 milioni di contatori gas telegestiti da remoto e 7 milioni di contatori elettrici di seconda generazione (altri 25 milioni sono previsti entro il 2031). Dal 2020 inoltre, secondo la Direttiva UE 2018/2002 sull'efficienza energetica (EED), i contatori e i contabilizzatori di calore di nuova installazione dovranno essere gestibili da remoto.  Dal 2027 questo riguarderà tutti i contabilizzatori in uso: quelli più vecchi, quindi, dovranno essere per buona parte sostituiti. Si tratta di una piccola rivoluzione che, da un lato, favorisce l'efficienza energetica e l'eliminazione degli sprechi e, dall'altro, aiuta il consumatore che può così disporre tempestivamente di informazioni sui propri consumi. Questo però è solo il punto di partenza per una serie di servizi che potranno essere forniti dalle utility nei prossimi anni e che, nel campo dell'energia, coinvolgeranno, in modo particolare, il passaggio a quella che è già stata ribattezzata digital energy: cioè un'energia che, grazie a smart metering e IoT, può essere monitorata e gestita digitalmente lungo tutta la filiera

Smart metering e digital energy 

Secondo la definizione fornita dall'Energy e strategy group del Politecnico di Milano il termine Digital Energy indica “la possibilità di utilizzare le tecnologie digitali per “controllare” i consumi di energia. In particolare l’uso di tecnologie digitali sempre più avanzate lungo la filiera dell’energia, interessandone tutte le fasi, dalla produzione alla vendita; non limitandosi al solo controllo” . Si tratta, quindi, di un'architettura complessa che comprende non solo sistemi hardware e software per il monitoraggio e l’azionamento dei diversi impianti energetici, ma anche sistemi di trasmissione dei dati e possibilità di analisi dei big data. Un processo necessario per permettere una migliore gestione dei carichi e del flusso energetico, tanto in uscita quanto in entrata, reso sempre più necessario dal diffondersi della generazione distribuita dell'energia e del modello del prosumer. In particolare, lo sviluppo delle comunità energetiche è reso possibile solo dalla diffusione di questi strumenti intelligenti che, almeno dal punto di vista energetico, rendono la nostra abitazione una vera smart home

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