Riqualificazione edilizia e abbattimento delle emissioni: un’opportunità per il patrimonio immobiliare italiano

Argomenti in primo piano:

  1. Efficientamento energetico: la situazione in Italia e in Europa
  2. Agevolazioni risparmio energetico: quando riqualificare conviene

Case, palazzi, edifici pubblici: per l’Onu e l’Unione Europea la lotta al cambiamento climatico non può che passare da qui. La carbon footprint relativa al patrimonio edilizio è enorme: secondo i dati raccolti nell’ultimo rapporto della Global Alliance for Buildings and Construction (GlobalABC) il settore edile è responsabile del 38% delle emissioni a livello globale. Queste dipendono soprattutto dal consumo di energia per il riscaldamento, il raffrescamento e gli altri usi domestici, ma anche dal ciclo di produzione dei materiali usati nelle costruzioni. Nell’ottica di migliorare l’efficienza energetica degli edifici, agire sulle abitazioni civili e sugli edifici pubblici è diventato quindi un obiettivo primario nella lotta alle emissioni climalteranti, per l’Italia come per tutta l’Unione Europea. 

Efficientamento energetico: la situazione in Italia e in Europa

L’Italia è per certi versi un Paese anomalo rispetto alla media europea dove la maggior parte della popolazione vive nelle aree metropolitane: oltre il 40% dei nostri connazionali vivono in città di dimensioni medio piccole e solo il 34% nelle più grandi. Il 25% poi abita in aree rurali, una percentuale elevatissima nel contesto europeo. Di conseguenza buona parte del patrimonio edilizio sarà costituito da case unifamiliari o bifamiliari, più o meno recenti, e in condomini a loro volta costruiti in periodi differenti. 

L’altro dato da tenere in considerazione, infatti, riguarda proprio l’anzianità delle nostre case e qui arriva il punto dolente: secondo l’Istat infatti solo il 18% degli edifici è stato costruito negli ultimi trent’anni. La maggior parte (il 42%) è stata edificata negli anni Settanta e si appresta dunque ad attraversare il mezzo secolo di vita. La classe energetica, di conseguenza, è in molti casi bassa: secondo dati ENEA sulle compravendite del 2019, circa il 70% del campione è nelle ultime tre classi energetiche (E, F, G), a fronte del solo 12% nelle tre più elevate. 

In Europa la situazione non migliora: il 75% del patrimonio edilizio necessiterebbe di interventi di efficientamento energetico e circa 30 milioni di unità abitative consumano più del doppio di quanto dovrebbero. Ristrutturarli, secondo la Commissione Europea, porterebbe a un abbattimento del 5% delle emissioni CO2. Ecco perché dopo l’European Green New Deal, in cui era stato inserito un apposito capitolo dedicato alla ristrutturazione delle abitazioni, la Commissione Europea ha varato un piano per l’efficienza energetica di tutta l’Unione che fissa traguardi ambiziosi. Dal 2030 i nuovi edifici privati (2027 l’anno di riferimento per quelli pubblici) dovranno essere a zero emissioni. Non solo: il 15% del patrimonio edilizio pubblico e non residenziale con le peggiori prestazioni dovrà passare dalla classe G alla classe F entro il 2027 e alla classe E entro il 2030. Gli edifici residenziali avranno tempo fino al 2030 per arrivare alla classe F e fino al 2033 per la E. 

Agevolazioni risparmio energetico: quando riqualificare conviene

Scegliere l’efficienza energetica nell’edilizia, però, conviene sotto molti punti di vista e non solo da quello più strettamente ecologico. Anzitutto esistono i bonus per gli interventi di ristrutturazione che, nonostante la recente rimodulazione del Superbonus, offrono tuttora importanti vantaggi a partire dall’Ecobonus 50%.

Oltre ai vantaggi economici in fase di ristrutturazione e costruzione, ci sono tutti quelli derivanti dal vivere in ambienti sempre più efficienti dal punto di vista energetico: questo significa infatti meno consumi e, quindi, un maggiore risparmio. Insomma, una casa più efficiente costa meno. 

Infine, da non dimenticare, la crescita del valore dell’immobile che sale parallelamente a quello della classe energetica di appartenenza, al punto che il doppio salto di classe e soprattutto il raggiungimento di quelle più elevate, in fascia A, può far lievitare il valore di un immobile anche oltre il 20%.  

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